Tasca Alessio
Nove, Vicenza, Italia – 1929
Alessio Tasca è nato a Nove (Vicenza) nel 1929.
Frequenta la locale Scuola d’Arte e dal 1945 l’Istituto d’Arte di Venezia, in cui è ancora vivido l’insegnamento di Arturo Martini e dove si stanno evidenziando nuove tendenze (Fronte Nuovo delle Arti e Spazialismo). Rientrato a Nove nel ’48 insegna alla Scuola Serale per la Ceramica e fonda il laboratorio “Tasca Artigiani Ceramisti” con i fratelli Marco e Flavio. Deluso dalla prima produzione di tipo tradizionale, si indirizza verso oggetti di spirito più moderno: piatti graffiti su un fondo verde o bruno.
I piatti graffiti e i gruppi plastici di carattere religioso (premiati all’Angelicum di Milano nel 1950) incontrano un notevole successo e tramite l’appoggio di Giò Ponti vengono presentati alla Triennale di Milano nel 1951. Nello stesso anno consegue il diploma di Magistero all’Istituto d’Arte di Firenze. Qui conosce il ceramista e tecnico degli smalti Mario Morelli che realizzerà miscele di colore espressamente per il laboratorio dei fratelli Tasca.
Nel 1952 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia. Invitato dal gallerista milanese Totti, partecipa a una mostra itinerante della ceramica italiana in Germania assieme a F. Melotti, L. Fontana, P. Pianezzola, A. Fabbri, G. Gambone, R. Bertagnin.
Dal 1954 partecipa alle iniziative del “Gruppo 9” che intende impegnarsi nel rinnovamento della ceramica locale.
Nel 1961, lasciati i fratelli, apre un proprio atelier, dedicandosi alla scultura vera e propria, e dove nascono opere di grandi dimensioni come “Pegaso”, “Manichino a cavallo”, “Eucalipto”.
Nel 1962 ottiene la cattedra di insegnante di Plastica all’Istituto d’Arte di Nove, incarico che manterrà fino al 1978. Nel 1963 gli viene assegnato il Primo premio per la ceramica (insieme a Pompeo Pianezzola) alla Biennale di Venezia, sezione Arti decorative.
Nel 1966 promuove il Centro Italiano Produzioni d’Arte, con N. Caruso, F. Bucci, G. Sabadin, R. Bonfanti, S. Marconato, F. Fabbrini e altri, che ha per scopo il rinnovamento dell’artigianato artistico.
Del 1967 è la grande diversione di rotta di Tasca rispetto alla produzione precedente: la messa a punto della prima trafila con le prime opere a sezione rettangolare, insieme alla rinuncia al colore per preferire uno smalto bianco opaco e lo studio dei puri valori della forma. Partecipa alla XIV Triennale di Milano con 17 pezzi trafilati che, in occasione della protesta studentesca, distruggerà come adesione alla manifestazione di occupazione.
Nel 1972 il Victoria and Albert Museum di Londra acquista il suo “Cornovaso” cui farà seguito anche “Il servizio da caffè”, realizzati interamente con trafile orizzontali. Realizzerà con questa tecnica opere anche in plexiglas presso la ditta Fusina di C. Donato, ottenendo il diploma di Medaglia d’Oro alla XV Triennale di Milano.
Dal 1970 circa i materiali privilegiati saranno il refrattario e il grès, materie da alta temperatura e dal 1974 al 1976 (“struttura reticoloare”, l’opera in scheda è del 1975) realizza grandi opere: nascono le prime sfere (ottenute da un cilindro estruso da una matrice a griglia, quindi tagliato progressivamente fino a trovare la curva della sfera) che consegnano Tasca alla storia della scultura. Tagliando e sezionando i moduli ceramici ottenuti con la trafila indaga l’intima natura della materia, sulla scia di L. Fontana.
Nel 1978 partecipa a Bassano del Grappa all’esposizione del gruppo veneto insieme a F. Bonaldi, C. Fior (già suo aiutante nei primi anni sessanta), P. Pianezzola ed altri, dove conosce la ceramista tedesca Lee Babel, con la quale inizia un sodalizio d’arte e di vita che li vede ancora insieme e impegnati in attività sia in Italia che in Germania.
Nel 1979 si trasferisce a Rivarotta, vicino a Nove, in un edificio seicentesco già sede di antiche fornaci, dove inizia un restauro paziente e solitario, che durerà dieci anni, che salverà dalla distruzione l’edificio e grazie ai cocci rinvenuti e salvati, p
Pagina aggiornata il 03/12/2024